Maglietta real madrid 99
Oggi, 10 aprile, terza maglia real madrid 2025 ultimo giornata veronese per Mike che è tornato all’Agsm Forum questa mattina per assistere alla fase finale della seconda edizione di Scaligera High School Cup. Mai sotto i venti punti di media nelle quattro annate a Verona fra i 24.8 della stagione 1995-1996, i 21.6 del campionato 1996-1997, i 20.1 del torneo 1997-1998 e i 20.7 della stagione 1998-1999. Con la Scaligera ha giocato 106 partite, con un high di 41 punti. Al palasport ci tornerà nel pomeriggio quando suo figlio Michael si allenerà con la Under 16 della Scaligera guidata proprio Franco Marcelletti, il primo coach di Mike a Verona. L’inizio è scoppiettante e vede il trionfo per 4-0 in Supercoppa italiana contro la Lazio, con il primo gol in bianconero di Carlos Tevez, uno dei giocatori più attesi a inizio stagione ed erede della maglia numero 10 appartenuta in precedenza ad Alessandro Del Piero. Iuzzolino arrivò a Verona dopo un biennio di NBA coi Dallas Mavericks e varie parentesi nella CBA, guidando Verona alla vittoria della Supercoppa Italiana nel 1996 e alla Coppa Korac nel 1998, prima società sportiva veronese a vincere un trofeo europeo. La stagione, comunque, fu meno amara della precedente: i blancos raggiunsero la finale di Coppa del Re eliminando tra le altre il Barcellona in semifinale grazie ad una vittoria per 2-1 e un pareggio 1-1. In finale fu sconfitto il Real Saragozza con le reti di Butragueño e Lasa, vincendo il trofeo per la 17ª volta.
Visibilmente commosso il classe ’85, che ha ricevuto in regalo da Modric una maglia dei Blancos firmata da tutta la squadra. Atleta prestante e dalla grande grinta, fu uno dei componenti del forte Real Madrid di quel periodo, con la cui maglia vinse dieci titoli di Primera División, quattro Coppe del Re e una Coppa dei Campioni. 2011-12 – 20° in Primera División. 1946-47 – 13º in Primera División. 1941-42: in Segunda División Regionales. Iniziò la sua traiettoria nel grande calcio nella stagione 2003-2004 dove in quell’anno condusse il Levante alla promozione dalla Segunda Division alla Primera, la massima serie del calcio spagnolo, ma nonostante questo il tecnico non continuò la stagione successiva nel club valenciano. Aveva raggiunto il punto più alto della sua parabola sportiva quando il calcio spagnolo ancora non era diventato quello «dominante», che sarebbe salito poi fin sul tetto del mondo. Nei primi anni duemila si era imposto come uno dei più fulgidi talenti del calcio continentale. L’América del 1994-1995 è considerata una delle squadre migliori nella storia del calcio messicano, anche se concluse la stagione senza trofei. Paesi Bassi detti anche “Olanda”, anche se è un termine improprio, essendo questa una delle dodici provincie del regno orange.
In Italia, oltre a quella della Scaligera, ha vestito anche la maglia di Virtus Roma, Olimpia Milano e Pallacanestro Pavia. In carriera Reyes in patria ha vestito le maglie prestigiose e storiche di Siviglia, Real Madrid, Atletico, Espanyol e Cordoba. Commovente il saluto di Cesc Fabregas, che ha giocato con Reyes all’Arsenal: «Il mio primo grande amico nel mondo del calcio professionistico. Un ragazzo umile che aveva sempre il sorriso sul viso, grandissimo calciatore e persona fenomenale. Non dimenticherò mai quando tu e la tua famiglia mi avete fatto entrare a casa vostra durante il mio primo anno in Inghilterra, quando avevo solo 16 anni». Su Twitter il dolore di Monchi, legatissimo a Reyes.»Sulla fascia sinistra lassù», scrive l’ex ds della Roma, Reyes farà compagnia ad Antonio Puerta, il difensore del Siviglia morto nel 2007 per un attacco di cuore in campo. Il 3 agosto 2008 si infortuna durante l’amichevole contro l’Arsenal: esce dal campo in barella con una sospetta lesione del legamento crociato procurata in seguito ad uno scontro con Abou Diaby. L’Olanda perde la finale 0-1, al secondo tempo supplementare, contro la Spagna. Al Mondiale sudafricano del 2010 si mette in luce come «man of the match» al termine del prima partita vinta sulla Danimarca per 2-0; nella seconda sfida contro il Giappone, realizza il gol partita; negli ottavi di finale, contro la Slovacchia, realizza il raddoppio dopo la marcatura di Arjen Robben; nei quarti di finale l’Olanda fa fuori il favoritissimo Brasile (2-1) grazie a una sua doppietta.
Segna il suo primo gol in Serie A il 3 ottobre contro l’Udinese al 93′ per il 2-1 finale; la prima rete in Champions League arriva il 4 novembre nella sfida della fase a gironi contro la Dinamo Kiev. Inizia la sua carriera di calciatore nel settore giovanile dell’Ajax debuttando in prima squadra il 22 dicembre 2002: il manager olandese Ronald Koeman, trovandosi senza diversi titolari fermati da infortuni, convoca Wesley Sneijder su segnalazione dell’allenatore della squadra giovanile Danny Blind; la squadra vince 2-0 contro l’Excelsior. Ricordo che la mia famiglia mi comunicò che ero stato preso dai Viola solo al termine della stagione quando in realtà mi cercavano già da dicembre. Personalmente sono contento di questa stagione corrente: mi manca un solo gol per raggiungere l’obiettivo che mi ero prefissato e spero di segnarlo il prima possibile”. Leo: “Ho avuto l’onore di indossare quella maglia per sette anni prima di passare allo Scandicci. Ale: “Il passaggio in maglia viola a 8 anni è il desiderio di ogni bambino che nel nostro territorio inizia a dare calci ad un pallone, per cui l’emozione fu davvero incredibile. Aveva 35 anni. La «perla di Utrera», così era soprannominato, è morto in uno schianto nei pressi di Utrera, il suo paese natale in Andalusia.