La prima maglia del bari calcio

Il piccolo tifoso acquista su SportIT: scopri la nostra selezione di maglie calcio bambino! Ma niente di tutto ciò può distrarci dal nostro vero obiettivo: vedere indossate le migliori maglie da calcio della nuova stagione. Analogamente identificativo dei rossoverdi è il termine Fera, espressione dialettale locale che indica una persona dalle attitudini bestiali (ovvero con un modo di fare grezzo e violento): tale nome si legò strettamente alla Ternana nella stagione 1963-1964, anno in cui gli umbri ottennero la promozione in Serie C trascinati dai goal dell’attaccante Sergio Tonini, soprannominato per l’appunto La Fera a causa del suo ardore agonistico in campo. Impossibile dare giudizi definitivi, impensabile trovare tutti d’accordo: quel che possiamo fare – quel che abbiamo fatto – è mettere le carte in tavola, divertendoci a sfogliare pagine impolverate e talvolta dimenticate della storia bianconera, per provare a immaginare quale sarà il futuro di quei numeri che da quasi ottant’anni legano i propri destini alle strisce bianconere. Sottolineò quindi la necessità di porre fine alle violenze del terrorismo ricordando, tra l’altro, la tragica scomparsa di Aldo Moro. L’ultimo cambiamento nelle prime divise Le Coq Sportif, prima della fine del rapporto di sponsorizzazione, si ebbe nell’ultimo anno (il 1984) e fu ancora una volta la modifica dello stemma: venne apportato sulle maglie il nuovo logo della FIGC.

Si ricostituisce una buona società, allenata da Rodolfo Latini e Corrado De Sio, si allestisce una buona squadra anche se poi alla fine ci si salva vincendo il doppio spareggio con i sardi del Calangianus, grazie anche a un rigore parato dal portiere Mariano Pazzi nella prima sfida disputata a Civitavecchia. Negli anni seguenti la prima divisa rimase pressoché invariata, con l’unica particolarità dell’incontro con il Lussemburgo disputato a Genova il 31 marzo 1973, valido per le qualificazione a Germania Ovest 1974, quando la maglia azzurra presentò il bordo del collo e delle maniche di colore blu scuro, unica volta in cui venne indossata con questa particolarità. I pantaloncini sono bianchi, ma negli ultimi venti anni sono stati utilizzati spesso di colore azzurro a formare una divisa a tinta unita; nel kit in uso dal 2020 vengono spesso indossati calzoncini di colore blu navy, mentre in passato sono stati usati anche di colore nero o marrone. Le nostre maglie da calcio della Francia sono realizzate con tessuti leggeri che non ti appesantiscono in campo. A riprova dell’origine monarchica della scelta, sul lato sinistro delle neonate maglie azzurre venne cucita la croce sabauda, ovvero una croce bianca in campo rosso.

Oltre all’omaggio, poi, c’è senza dubbio una certa eleganze in questa maglia, con il rosso che non solo la incornicia, ma la esalta anche. Anche lo stemma venne modernizzato, dopo trent’anni, con l’inserimento della scritta FIGC. Inoltre, le maglie esponevano il nuovo stemma della FIGC e, per ovviare al divieto di esporre il logo dello sponsor tecnico sulle divise, maglia lazio nera l’azienda realizzò delle tute che riportavano il marchio nella fibbia. Ciò nonostante, la maglia delle “Notti magiche” resta indimenticabile, con i suoi eleganti dettagli tricolore su colletto e bordi delle maniche e il badge federale tondo, molto moderno per l’epoca, che ingloba anche le tre stelle. Ciò è particolarmente evidente se ci si riferisce all’ultimo caso citato: il testo originale de ‘O surdato ‘nnammurato, una delle più celebri canzoni in lingua napoletana, assurge a inno del Napoli in modo del tutto spontaneo. Onestamente, in caso contrario, e a manifestazione praticamente iniziata, sarebbe stato complicato produrre maglie alternative con lo stesso concept. Scegliere combinazioni e temi per esaltare la tua collezione di maglie calcio può trasformare la tua casa in una galleria sportiva personalizzata. Fu nuovamente condannato nel 1927 per aver favorito l’espatrio di Filippo Turati in Francia, dove lo seguì in esilio per evitare l’assegnazione per cinque anni al confino.

Su sei incontri disputati nel torneo, in cinque occasioni venne utilizzata la prima divisa, nel suo abbinamento classico maglia e calzettoni azzurri con calzoncini bianchi: contro Svezia e Uruguay nel girone, contro il Messico nei quarti di finale, contro la Germania Ovest nella «partita del secolo» e contro il Brasile nella finale persa del torneo, che assegnava in maniera definitiva la Coppa Jules Rimet a una delle due compagini. Nel 1927, cinque anni dopo l’avvento del regime fascista del 1922, si ebbero dei cambiamenti sostanziali alla casacca. La maggior parte dei costumi sono ricostruiti da sarte del paese, ma ne esistono ancora degli originali, risalenti al XVIII secolo. Si tratta di un’ottima scelta per tutti coloro che sono sempre alla ricerca di qualcosa di bello da mettere in occasione del capodanno cinese. L’occasione è anche ottima per visitare stadi più insoliti e diversi rispetto ai soliti Chelsea, Arsenal, West Ham e Tottenham.