Maglie da calcio tamarri
Di quell’anno, si ricorda un particolare record: dopo 7 secondi e 88 centesimi dal fischio d’inizio di Ancona-Salernitana, Daniele Bellotto della Salernitana mise a segno quello che sarebbe diventato il gol più veloce della storia del calcio professionistico italiano. Oltre alle decisive reti di Marco Di Vaio (21, capocannoniere) ed Edoardo Artistico (12), fu fondamentale l’apporto di un centrocampo di qualità (composto dal già citato Roberto Breda, dai fratelli Giovanni e Giacomo Tedesco e dal trequartista Alessio Pirri), oltre che di una difesa imperniata su cavalli di ritorno (Ciro Ferrara, Vittorio Tosto, rientrato a Salerno l’anno prima) e giovani di buone prospettive (Luca Fusco). All’Arechi giunsero, così, molti calciatori di grande prospettiva: tra questi, il roccioso difensore camerunense Rigobert Song Bahanag (fresco delle esperienze in Coppa d’Africa e ai Mondiali di Francia), il talentuoso libero Salvatore Fresi (al suo primo ritorno, in prestito, a Salerno), i promettenti centrocampisti Marco Rossi, Ighli Vannucchi e, successivamente, Gennaro Ivan Gattuso (tutti e tre nel giro dell’Under-21) e, infine, l’ancora sconosciuto David Di Michele. Nella gara di andata, i granata sconfissero a Salerno il Genoa, subendo però un gol a pochi minuti dalla conclusione della partita, che fissò il risultato sul 2-1; al ritorno, un altro gol all’ultimo respiro valse la vittoria per 2-1 ai padroni di casa i quali, forti di un miglior piazzamento in classifica, passarono il turno.
Al termine della gara, il presidente Aliberti esonerò nuovamente Rossi, richiamando Oddo, che si prefisse un leggero cambio di modulo (in senso più conservativo), in modo da provare a far risultato su tutti i campi. Fallito il ritorno in B, la Salernitana ripartì da una compagine societaria ridotta, per via dell’uscita di scena di alcuni soci del presidente Lombardi. Il caso, infine, si chiuse con una decisione politica non scevra da contestazioni: l’allargamento dei quadri della competizione da 20 a 24 squadre e il ripescaggio delle retrocesse (eccezion fatta per il Cosenza, fallito, al cui posto fu ripescata la rinata Fiorentina della famiglia Della Valle). Nel campionato di Serie B 1996-1997, tutte le squadre (forti degli esiti del caso Bosman) portarono un gran numero di stranieri in rosa. Tuttavia, il progetto giovani, affidato alle mani di un tecnico esperto quale Gianfranco Bellotto, naufragò totalmente e i granata si ritrovarono a fine torneo addirittura al 10º posto, staccati di 10 punti dai play-off e sotto tutte le altre squadre campane partecipanti al campionato. Pur tuttavia, negli anni trenta (esattamente nel 1931) fece il suo esordio un primo inno, quando ancora gli azzurri giocavano le partite interne al Littorio. E se vuoi consultare il palinsesto delle partite del giorno successivo puoi accedere alla sezione “domani” dove trovi i match dei principali campionati che si disputeranno il giorno successivo.
Nel corso della sua storia ha vinto otto partite: quattro amichevoli, contro la Bielorussia, l’Albania, San Marino e il Liechtenstein, tre partite di qualificazione ai campionati mondiali, contro la Macedonia, l’Ungheria e San Marino, e una partita di qualificazione ai campionati europei, contro la Moldavia. Nonostante le difficoltà, la Salernitana chiuse comunque l’annata con un bottino di punti abbastanza alto (36, a soli 6 punti dalla prima squadra promossa), a pari merito con Modena, Pescara, Avellino e Cosenza; la classifica avulsa decretò però la salvezza delle prime tre squadre, costringendo la compagine campana a giocarsi, in coda al campionato, uno spareggio-salvezza in gara unica con il Cosenza sul campo neutro di Pescara. L’infortunio di Giovanni Pisano all’esordio in campionato pesò oltremodo nella prima parte della stagione, influendo negativamente sui risultati di squadra per tutto il girone d’andata; la situazione fu inasprita da una contestazione dei tifosi, che portò alle temporanee dimissioni di Aniello Aliberti dalla carica di presidente. Presidente non glielo permetto, sto semplicemente parlando. L’imprenditore sangiuseppese, già presidente del Foggia, immaginava un ruolo da società satellite per i granata. Pozzo attraverso una serie di partecipazioni a cascata di società.
Nonostante fino a poche giornate dalla fine fosse terza e apparisse in pieno controllo della situazione, una serie di sconvenienti pareggi consecutivi arrivati nella tarda primavera del 1995 fecero sì che la Salernitana dilapidasse in breve tempo un cospicuo margine di vantaggio accumulato sulle inseguitrici. A metà di un torneo altalenante, con la Salernitana comunque posizionata al 6º posto (a ridosso dei play-off), saltarono sia il tecnico Raffaele Novelli (già allenatore della Primavera granata nell’era Aliberti), sia il direttore sportivo Enrico Coscia. Una volta assimilati gli schemi del tecnico, però, la squadra cominciò a macinare gioco e risultati; rinforzata da un mercato di riparazione che permise l’acquisto del portiere Antonio Chimenti, del terzino Vittorio Tosto e del regista Roberto Breda, la compagine granata riuscì a chiudere la stagione regolare al terzo posto in classifica, guadagnando un posto utile per i play-off promozione, grande novità regolamentare di quell’anno. Anche la Salernitana non fu da meno, ma molti degli acquisti realizzati si rivelarono in breve tempo inadeguati per la categoria e per le stesse ambizioni della Salernitana, costringendo i granata a un’annata di grande sofferenza.
Per maggiori dettagli su ssc napoli maglia 2025 visitate il nostro sito.